mercoledì 10 dicembre 2008

Lo Spicchio e il sigaro

Ricordate il quadro di René Magritte (1898-1967, Belgio) intitolato "Ceci n’est pas une pipe" (Questa non è una pipa)?
Ebbene, con Magritte posso parafrasare "Questo non è un sigaro", ma un sigaro fumato in cima a Monte Lo Spicchio, a 1200 metri s.l.m., lunedi 8 dicembre 2008 dalle ore 11,00 alle ore 11,45, piuttosto freddino, ma senza un filo d'aria e silenzio assoluto.
Non è molto diverso da un sigaro fumato a Piaggiasecca, ma il panorama è molto più ampio e, dunque, anche l'insieme sigaro-panorama ha un suo significato e ... un valore aggiunto, direbbero gli economisti, come si può vedere dalle foto che seguono.
Per arrivarci ci vogliono due ore di comodo cammino da Piaggiasecca: un'ora per arrivare a Passo Porraia, poi si prende su per uno stradello che fiancheggia il crinale, che non va mai abbandonato con lo sguardo, altrimenti si rischia di ritrovarsi in mezzo a Le Busche o verso Fontilorso, e poi bisogna risalire. Un'altra ora è si è in cima, compreso il tempo di fare qualche bella fotografia. Per tornare a Piaggiasecca, un'ora in tutto dalla cima.
Si vede anche il Monte Conero con i suoi 572 m.s.l.m., oltre la città di S. Maria Nuova, in direzione della Gola della Rossa.
Si vedono anche i Monti Sibillini, al confine tra le Marche e l'Abruzzo, con la cima maggiore del Monte Vettore a 2476 m.s.l.m..
La bellezza del panorama è indescrivibile.
Prudenza, però, non accostatevi ai dirupi, si rischia di fare un salto di 50 o 100 metri è più.
Di lassù si vedono i nostri vicini in questo modo:
Montelago a 750 m.s.l.m..
Montebollo a 550 m.s.l.m..
San Felice a 579 m.s.l.m..
Casalvento a 502 m.s.l.m..
Rucce a 583 m.s.l.m..
E, infine, Piaggiasecca a 638 m.s.l.m..
Nonché le vacche di Bastiano Cerquarelli sul Monte Miesola.
E Monte Cucco a m 1566, con la Buca e, più in alto, due persone che passeggiano.
Questo è il panorama complessivo verso est e sud con, sotto, la cartina dei luoghi citati.
E, infine, questo era il clima delle parti dove non batteva il sole.

sabato 11 ottobre 2008

Fontecelle


Si trova sulla stradina che porta allo Sturo della Piscia, dalla spaccatura della roccia esce ancora un rigagnolo di acqua che si deposita poi in una vasca costruita con pietre del luogo, un tempo veniva usata per abbeverare gli animali che lavoravano nei campi vicini e anche per dissetare gli agricoltori: è oramai in disuso ed in cattivo stato di manutenzione. "Ci ripromettiamo di provvedere ad un restauro al più presto".

venerdì 10 ottobre 2008

Calcinaio

E' un forno dove si cuoceva la pietra per ottienere la calce viva che, dopo un trattamento, serviva nell'edilizia per fare la malta per murare e per fare la tintura per imbiancare le pareti. Veniva anche usata, nella forma in polvere, per disinfettare le stalle dai parassiti delle bestie.
Il sistema è stato in uso nelle campagne di tutta Italia, anche in prossimità delle città, fino all'ultima guerra e, a causa della totale mancanza della calce nel commercio, anche nei primi anni del dopoguerra.
Questo che illustriamo è noto come il Calcinaio di Nizio, dal nome del proprietario del terreno che era Dionisio Grassi, di Piaggiasecca. Si trova quasi alla sommità di una costa boschiva a forte pendenza, dove probabilmente c'è sempre un certo tiraggio costante della corrente naturale dell'aria.
Nella foto sopra, la zona ripresa dai pressi del ponte di Colmicoso sulla provinciale. Nella foto sotto, è da notare la forma a crinale, cioè a schiena d'asino, della posizione del Calcinaio, che è investita con favore dai venti provenienti sia da nord che da est e da sud, favorendo così il tiraggio naturale per molte ore del giorno e della notte, che è essenziale per una continuativa e costante temperatura all'interno del forno durante la cottura.
Nella piantina indichiamo il luogo dove si trova e la posizione della ripresa fotografica di cui sopra con, sullo sfondo, l'immancabile Monte Cucco, nonché l'imbocco visto da fuori e da dentro.
Sotto, una ipotesi della forma e delle dimensioni approssimative del calcinaio.
Ipotesi culla capacità produttiva del Calcinaio di Nizio

Occorre osservare ... (post in fase di completamento)
Per approfondimenti sul forno da calce, vedi i seguenti siti web: (1) , (2) , (3) , (4) , (5) , (6) , (7) . Significato etimologico della parola calce (vedi anche qui).

mercoledì 8 ottobre 2008

Balza Segata

Balza Segata è una roccia a picco sulla valle di La Rocca, che presenta un solco naturale profondamente inciso in essa, lungo il quale si passa a fatica, perché in certi punti è assai basso, mentre in altri punti, pur essendo alto a sufficienza per una persona, è assai stretto.
Inoltre, in certi punti la roccia del sentiero presenta fenditure che sconsigliano vivamente il passaggio per il pericolo improvviso di crolli. Lungo tutto il taglio la roccia viva è a volte coperta da terriccio o sassi che non consentono nemmeno una valutazione della solidità del piano dove si mettono i piedi.
E' per questo motivo che, arrivati sul sito, sconsigliamo di andare oltre i primi metri, e men che meno di tentare l'attraversamento completo, ancorchè di grande suggestività (indicheremo in una foto fin dove il percorso è relativamente sicuro).
Tenteremo di documentare con le immagini le caratteristiche del sito nel modo migliore possibile, con l'intenzione nostra precipua di fare in modo che chi legge possa accontentarsi delle immagini e non sia tentato di fare l'eroe. Ed è per questo motivo che non presentiamo una piantina dettagliata, come abbiamo fatto per altri siti.
Le due immagini sopra mostrano Balza Segata vista da Piaggiasecca.
Qui sopra, l'inizio di Balza Segata, salendo, nel tratto ancora praticabile agevolmente e senza pericolo.
L'immagine mostra L'INIZIO DEL TRATTO PERICOLOSO, che avviene subito dopo la curva.
Si avverte che il sentiero non ha alcuna protezione contro le cadute delle persone e neanche un corrimano che possa aiutare l'escursionista per sorreggersi in caso di scivolata. Inoltre, sussiste anche il pericolo di caduta di pietre dall'alto sul sentiero.
Dalle foto sotto ci si può rendere conto della pericolosa frammentazione delle rocce, come detto sopra.
Occorre osservare che sotto il sentiero della balza, e per tutta la sua lunghezza, c'è uno strapiombo di parecchie decine di metri, difficilmente raggiungibile anche da sotto, per cui eventuali soccorsi sarebbero pressochè impossibili. Nella zona, inoltre, i telefoni cellulari non funzionano e, pertanto, in caso di necessità sono isolati e inservibili.
Salendo ancora, questo è il punto del percorso (visto nella direzione di discesa) dove occorre abbassarsi, e dove si fa ancora più stretto e con il sottofondo più insidioso.
L'immagine sopra da un'idea approssimativa dello strapiombo, che è anche più alto della misura indicata, in quanto nella foto non si vede ancora il fondo.
Ritornando indietro, qui si abbandona il tratto pericoloso del percorso che in alcuni tratti è anche occultato da erba e rampicanti.
Sopra vediamo Balza Segata dopo essere ridiscesi dal tratto pericoloso, e ci si può rendere conto dell'altezza dello strapiombo.
Su questa parete si trovano inserzioni di elementi litici a forma di sfera.
Un improvvido visitatore ha rovistato con un attrezzo in un'area abbastanza vasta per cercare di estrarne una che, però, nel tentativo si è spezzata a metà.
Qui sopra vediamo un inserto sferico fotografato in un altro sito sempre all'interno di La Rocca.
Qui sopra vediamo alcuni inserti sferici sul davanzale di una finestra: all'esterno sono ricoperti da uno strato di calcare ma all'interno sono costituiti da silicio.
Si segnala che l'estrazione e la raccolta di qualsiasi elemento naturalistico in tutta l'area, sia vegetale che mineralogico, come queste sfere, sono severamente vietati da una legge della Regione Marche.
Qui sotto riportiamo le immagini che sono visibili da Balza Segata in direzione della valle e alcuni particolari di Piaggiasecca.
Seguono alcune immagini ultrapanoramiche, ottenute con la giunzione di più riprese fotografiche.



Infine, riportiamo due immagini di Rucce riprese dal medesimo sito.



Qui sotto, la piantina con la localizzazione dei principali siti della zona.